Questa storia orribile ha avuto inizio lo scorso maggio, quando a Progetto Islander è giunta la segnalazione di un enorme numero di animali da carne, principalmente bovini, cavalli, asini, che vivevano in uno stato di malnutrizione e abbandono. Ci siamo quindi recati sul posto il 12 maggio per il sopralluogo: alcuni animali erano magri, altri in condizioni normali, fieno e acqua insufficienti e difficili da fornire agli animali. Abbandonati a loro stessi, con le unghie lunghe, gli animali stavano in un luogo assolutamente non idoneo e pericoloso, in mezzo ai rifiuti e a oggetti pericolosi. Alcuni stabulavano all’interno della stalla delle mucche, altri erano divisi tra i vari terreni della proprietà.

Due ragazze cercavano di aiutare l’anziano proprietario occupandosi degli animali, ma ovviamente questo non era sufficiente per garantire il benessere degli stessi.
Dopo il sopralluogo, assieme ad alcuni volontari dell’OIPA, abbiamo richiesto e ottenuto un incontro con il Sindaco di Suno e le autorità ASL di competenza; abbiamo offerto la nostra disponibilità insieme ad altre associazioni, per trovare una sistemazione idonea per gli animali.

Visto l’elevato numero di animali e la difficoltà del caso, il proprietario avrebbe dovuto cedere gli animali, altrimenti si sarebbe dovuto affrontare il sequestro. L’ASL ci aveva assicurato che in caso di bisogno ci avrebbe contattato.

Nonostante la disponibilità del Sindaco, del vice sindaco e delle associazioni, le autorità ASL hanno preferito non contattare più nessuno.

Domenica 17 luglio veniamo contattati dal Rifugio Miletta che ci comunica la situazione agghiacciante in cui versavano gli animali e che nell’ultimo periodo decine di animali erano morti. Veniamo a sapere che i bovini e metà dei cavalli erano stati mandati in alpeggio e sembrerebbe che 4 vitelli siano morti appena arrivati a destinazione.

Il giorno successivo ci siamo recati sul posto e lo scenario era davvero tragico come ci era stato segnalato: gli animali rimasti, circa 40, erano

completamente senza cibo né acqua, una decina in stato di denutrizione, una cavalla cachettica, che successivamente è stata trasferita in clinica. 6 o 7 tra asini e cavalli erano scappati invadendo la strada, creando situazioni di pericolo.
Insieme al rifugio Miletta abbiamo immediatamente contattato il direttore della ATS, dott. Franco Tinelli, il quale, alla nostra richiesta di intervento, rispondeva di non essere autorizzato a entrare. Questo, sebbene segnalassimo la presenza di una cavalla in condizioni di salute gravissime e altri animali bisognosi di cure urgenti in quanto senza acqua né fieno nel contesto del caldo pericoloso di questo periodo.
Il dirigente ci ha negato ogni forma di collaborazione.
Chiamammo così i Carabinieri di Novara, i quali si sono resi subito disponibili e hanno compreso la gravità della situazione.
Di nuovo, abbiamo espresso alle autorità dell’ASL la disponibilità della nostra associazione di prendersi a carico i dieci animali nelle peggiori condizioni e che avremmo provveduto a trovare una sistemazione a tutti gli altri chiedendo quindi che si procedesse a un sequestro preventivo. Tra gli animali anche un cane legato a catena fissa esattamente nel punto di passaggio dei cavalli, dove poteva venire calpestato e ucciso.
Chiamato ancora una volta in causa, il dottor Tinelli ha asserito che gli animali fossero perfettamente in grado di partire per l’alpeggio cui erano destinati, negando le loro condizioni di evidente e estrema prostrazione.
La partenza degli animali si è verificata due giorni dopo, il 21 luglio, malgrado il pessimo stato in cui alcuni cavalli e asini si trovavano dovendo, tra l’altro, affrontare un viaggio di 200 km. Del cane a catena non abbiamo notizie.

Le immagini mostrano lo stato in cui si trovano gli animali.

‘La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali’, così cita il nuovo comma 3 dell’articolo 9 della Costituzione. Ma le autorità incaricate cosa intendono per benessere animale? Quale è la loro preparazione al riguardo, se non sono in grado di riconoscere una cavalla cachettica per denutrizione e disidratazione? Come è possibile che non siano in grado di decretare uno stato di maltrattamento e sofferenza? Non dovrebbero essere proprio le autorità incaricate a fare applicare la legge di tutela degli animali?

Nel caso di Suno l’ASL ha riferito che erano state impartite delle prescrizioni e che da mesi teneva sotto controllo il luogo e gli animali. Eppure noi abbiamo ritrovato gli animali in condizioni ancora peggiori. Come è possibile che siano arrivati a un simile stato di degenerazione?

La maggior parte dei cavalli sono dpa e sappiamo che a questi animali sono stati somministrati farmaci, eppure non esiste un registro, sono stati caricati

sul camion e portati via senza nessun accertamento veterinario. Dove sono i documenti sanitari? Dove sono i coggin’s test? Eppure la legge esiste.

Il problema nella maggior parte dei casi è che non si sa dove mettere gli animali e non ci sono soldi per pagarne le spese. Quindi vengono ricercate le soluzioni più semplici. Anche in situazioni di evidente stato di denutrizione e degrado, non viene riconosciuto e certificato lo stato di maltrattamento per non doversi assumere responsabilità di un eventuale sequestro con tutto ciò che ne consegue.

Sono anni che Progetto Islander opera sul territorio e si scontra sempre con le medesime realtà. Purtroppo solo in pochi casi abbiamo riconosciuto competenza e buon senso da parte delle autorità incaricate nell’intervenire a tutela degli animali.

Apprezziamo e siamo riconoscenti a questi buoni esempi. Ma purtroppo restano sempre casi molto rari.

“Più di un centinaio sono ad oggi gli interventi di Progetto Islander sul territorio e oltre 500 gli animali salvati. Tante le situazioni di degrado, incuria e maltrattamento a cui abbiamo assistito e assistiamo, tante le situazioni rimaste irrisolte. Tutto questo evidenzia la mancanza di collaborazione, il fallimento istituzionale e sociale di un Paese che per legge riconosce gli animali come ‘esseri senzienti – dichiara Nicole Berlusconi, presidente di Progetto Islander Onlus -Tutti noi di Progetto Islander siamo disponibili a promuovere il cambiamento, siamo aperti al dialogo e offriamo sempre il nostro aiuto. Restiamo quindi increduli e delusi di fronte a tanta chiusura e mancanza di collaborazione”.

Nello specifico il degrado di questa situazione risale a 1 anno fa ed era sotto gli occhi di tutti.
Confidiamo nell’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine affinchè questi animali vengano tutelati secondo le norme del benessere animale. Progetto Islander Onlus ha sporto denuncia il 20 luglio presso il Comando Regionale Carabinieri Forestale ‘Piemonte’ stazione di Oleggio.

@Progetto Islander Onlus Presidente Nicole Berlusconi Progettoislander.itinfo@progettoislander.it segnalazioni@progettoislander.it

Questa storia orribile ha avuto inizio lo scorso maggio, quando a Progetto Islander è giunta la segnalazione di un enorme numero di animali da carne, principalmente bovini, cavalli, asini, che vivevano in uno stato di malnutrizione e abbandono. Ci siamo quindi recati sul posto il 12 maggio per il sopralluogo: alcuni animali erano magri, altri in condizioni normali, fieno e acqua insufficienti e difficili da fornire agli animali. Abbandonati a loro stessi, con le unghie lunghe, gli animali stavano in un luogo assolutamente non idoneo e pericoloso, in mezzo ai rifiuti e a oggetti pericolosi. Alcuni stabulavano all’interno della stalla delle mucche, altri erano divisi tra i vari terreni della proprietà.

Due ragazze cercavano di aiutare l’anziano proprietario occupandosi degli animali, ma ovviamente questo non era sufficiente per garantire il benessere degli stessi.
Dopo il sopralluogo, assieme ad alcuni volontari dell’OIPA, abbiamo richiesto e ottenuto un incontro con il Sindaco di Suno e le autorità ASL di competenza; abbiamo offerto la nostra disponibilità insieme ad altre associazioni, per trovare una sistemazione idonea per gli animali.

Visto l’elevato numero di animali e la difficoltà del caso, il proprietario avrebbe dovuto cedere gli animali, altrimenti si sarebbe dovuto affrontare il sequestro. L’ASL ci aveva assicurato che in caso di bisogno ci avrebbe contattato.

Nonostante la disponibilità del Sindaco, del vice sindaco e delle associazioni, le autorità ASL hanno preferito non contattare più nessuno.

Domenica 17 luglio veniamo contattati dal Rifugio Miletta che ci comunica la situazione agghiacciante in cui versavano gli animali e che nell’ultimo periodo decine di animali erano morti. Veniamo a sapere che i bovini e metà dei cavalli erano stati mandati in alpeggio e sembrerebbe che 4 vitelli siano morti appena arrivati a destinazione.

Il giorno successivo ci siamo recati sul posto e lo scenario era davvero tragico come ci era stato segnalato: gli animali rimasti, circa 40, erano

completamente senza cibo né acqua, una decina in stato di denutrizione, una cavalla cachettica, che successivamente è stata trasferita in clinica. 6 o 7 tra asini e cavalli erano scappati invadendo la strada, creando situazioni di pericolo.
Insieme al rifugio Miletta abbiamo immediatamente contattato il direttore della ATS, dott. Franco Tinelli, il quale, alla nostra richiesta di intervento, rispondeva di non essere autorizzato a entrare. Questo, sebbene segnalassimo la presenza di una cavalla in condizioni di salute gravissime e altri animali bisognosi di cure urgenti in quanto senza acqua né fieno nel contesto del caldo pericoloso di questo periodo.
Il dirigente ci ha negato ogni forma di collaborazione.
Chiamammo così i Carabinieri di Novara, i quali si sono resi subito disponibili e hanno compreso la gravità della situazione.
Di nuovo, abbiamo espresso alle autorità dell’ASL la disponibilità della nostra associazione di prendersi a carico i dieci animali nelle peggiori condizioni e che avremmo provveduto a trovare una sistemazione a tutti gli altri chiedendo quindi che si procedesse a un sequestro preventivo. Tra gli animali anche un cane legato a catena fissa esattamente nel punto di passaggio dei cavalli, dove poteva venire calpestato e ucciso.
Chiamato ancora una volta in causa, il dottor Tinelli ha asserito che gli animali fossero perfettamente in grado di partire per l’alpeggio cui erano destinati, negando le loro condizioni di evidente e estrema prostrazione.
La partenza degli animali si è verificata due giorni dopo, il 21 luglio, malgrado il pessimo stato in cui alcuni cavalli e asini si trovavano dovendo, tra l’altro, affrontare un viaggio di 200 km. Del cane a catena non abbiamo notizie.

Le immagini mostrano lo stato in cui si trovano gli animali.

‘La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali’, così cita il nuovo comma 3 dell’articolo 9 della Costituzione. Ma le autorità incaricate cosa intendono per benessere animale? Quale è la loro preparazione al riguardo, se non sono in grado di riconoscere una cavalla cachettica per denutrizione e disidratazione? Come è possibile che non siano in grado di decretare uno stato di maltrattamento e sofferenza? Non dovrebbero essere proprio le autorità incaricate a fare applicare la legge di tutela degli animali?

Nel caso di Suno l’ASL ha riferito che erano state impartite delle prescrizioni e che da mesi teneva sotto controllo il luogo e gli animali. Eppure noi abbiamo ritrovato gli animali in condizioni ancora peggiori. Come è possibile che siano arrivati a un simile stato di degenerazione?

La maggior parte dei cavalli sono dpa e sappiamo che a questi animali sono stati somministrati farmaci, eppure non esiste un registro, sono stati caricati

sul camion e portati via senza nessun accertamento veterinario. Dove sono i documenti sanitari? Dove sono i coggin’s test? Eppure la legge esiste.

Il problema nella maggior parte dei casi è che non si sa dove mettere gli animali e non ci sono soldi per pagarne le spese. Quindi vengono ricercate le soluzioni più semplici. Anche in situazioni di evidente stato di denutrizione e degrado, non viene riconosciuto e certificato lo stato di maltrattamento per non doversi assumere responsabilità di un eventuale sequestro con tutto ciò che ne consegue.

Sono anni che Progetto Islander opera sul territorio e si scontra sempre con le medesime realtà. Purtroppo solo in pochi casi abbiamo riconosciuto competenza e buon senso da parte delle autorità incaricate nell’intervenire a tutela degli animali.

Apprezziamo e siamo riconoscenti a questi buoni esempi. Ma purtroppo restano sempre casi molto rari.

“Più di un centinaio sono ad oggi gli interventi di Progetto Islander sul territorio e oltre 500 gli animali salvati. Tante le situazioni di degrado, incuria e maltrattamento a cui abbiamo assistito e assistiamo, tante le situazioni rimaste irrisolte. Tutto questo evidenzia la mancanza di collaborazione, il fallimento istituzionale e sociale di un Paese che per legge riconosce gli animali come ‘esseri senzienti – dichiara Nicole Berlusconi, presidente di Progetto Islander Onlus -Tutti noi di Progetto Islander siamo disponibili a promuovere il cambiamento, siamo aperti al dialogo e offriamo sempre il nostro aiuto. Restiamo quindi increduli e delusi di fronte a tanta chiusura e mancanza di collaborazione”.

Nello specifico il degrado di questa situazione risale a 1 anno fa ed era sotto gli occhi di tutti.
Confidiamo nell’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine affinchè questi animali vengano tutelati secondo le norme del benessere animale. Progetto Islander Onlus ha sporto denuncia il 20 luglio presso il Comando Regionale Carabinieri Forestale ‘Piemonte’ stazione di Oleggio.

@Progetto Islander Onlus Presidente Nicole Berlusconi Progettoislander.itinfo@progettoislander.it segnalazioni@progettoislander.it